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IL PANCRAZIO

Nell’attività sportiva della Roma imperiale non è possibile eludere il ruolo svolto da
Nerone, il quale si adoperò per accentuare l’ellenizzazione della società romana.
Seneca e Giovenale diedero più volte testimonianza scritta del loro disprezzo per queste forme
di spettacolo, le quali tuttavia risultavano assai gradite al popolo.
"....orandus est ut mens sana sit in corpore sano".
Il pancrazio era composto dalla lotta e dal pugilato, prendendo da quella le scosse e
le contorsioni e dall’altro l’arte di vibrare e scansare i colpi.
Nella lotta non era permesso usare i pugni, né nel pugilato abbracciarsi.
Nel pancrazio non solamente era permesso di servirsi di tutte le astuzie praticate nella lotta,
ma anche dei pugni e dei piedi, e anche dei denti e delle unghie per vincere
l’avversario.
Questo combattimento era dei più aspri e dei più pericolosi.
Nell’ antica Roma per rendere lo spettacolo più cruento venne inserito l’uso del “caestus”
( l’odierno tirapugni ), inizialmente in cuoio e poi in cuoio e bronzo.
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